L’Italia si appresta a diventare il primo produttore mondiale di vino - superando la Francia - se verranno confermati i dati previsionali sulla vendemmia 2010 con una produzione nazionale cresciuta del 5 per cento rispetto allo scorso anno: 47,5 milioni di ettolitri contro i 47,3 milioni di ettolitri previsti per i cugini d’oltralpe da France Agrimer. Sono questi i numeri annunciati da Coldiretti nel sottolineare che si tratta di un risultato importante per un settore dove trovano oggi opportunità di lavoro 1,2 milioni di persone impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse e di servizio, con ogni grappolo raccolto in campagna che è in grado di attivare ben 18 diversi settori. strada-del-vino Lo scorso anno il raccolto francese è stato pari a 46,7 milioni di ettolitri superiore a quello italiano fermo a 45,4 milioni di ettolitri, secondo l’Istat. Ma al dilà dei numeri, il successo del vino italiano in termini di mercato fa crescere anche le attività indotte che si sono estese negli ambiti piu’ diversi: dall’industria vetraria a quella dei tappi, dai trasporti alle assicurazioni, da quella degli accessori, come cavatappi e sciabole, dai vivai agli imballaggi, dalla ricerca e formazione alla divulgazione, dall’enoturismo alla cosmetica e al mercato del benessere, dall’editoria alla pubblicità, dai programmi software fino alle bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai sottoprodotti della vinificazione. In Italia ci sono 250mila aziende agricole con vigneti che offrono occupazione a circa 200mila lavoratori dipendenti, dei quali 20mila extracomunitari: nel solo distretto di Montalcino lavorano immigrati di 44 diverse nazionalità. Di queste ben 21.600 aziende agricole vendono direttamente il proprio vino ai consumatori mentre le altre lo cedono alle 35mila aziende imbottigliatrici presenti in Italia che impiegano operai, agronomi, enologi, responsabili di marketing, informatrici e wine manager.